domenica 22 giugno 2014

Una nota dell'archeologo Giandaniele Castangia
LO STRAORDINARIO SITO ARCHEOLOGICO NURAGICO
DI SU PALLOSU
spiaggia e Colonia Felina nel cuore degli italiani

Lo straordinario Sito Archeologico Nuragico di Su Pallosu

La spiaggia dei gatti e la Colonia Felina di Su Pallosu hanno almeno una seconda particolarità. Sono infatti uno dei rarissimi siti archeologici nuragici che si trovano sotto la sabbia di una spiaggia della Sardegna.
Un abbinamento incredibilmente, singolare, che merita dunque una doppia attenta valorizzazione: naturale e archeologica.
Attraverso il FAI (Censimento Luoghi del Cuore) e la Soprintendenza ai Beni Archeologici proponiamo di realizzare un'adeguata segnaletica, cartellonistica di valorizzazione del sito archeologico. Attraverso pannelli in loco su area demaniale e privata possono arricchire le visite guidate gratuite già in corso da anni.
La nostra Associazione da sempre collabora proficuamente con la Soprintendenza e il Capo Mannu Project che ha guidato le ricerche. Per cercarne di capire l'enorme valenza archeologica del sito postiamo qui alcune note descrittive scritte per noi proprio dall'archeologo che più di tutti si è occupato di Su Pallosu, in ben quattro ricerche degli anni 2006-2007-2012-2013, Giandaniele Castangia, che ringraziamo.
Associazione Culturale Amici di Su Pallosu



La Preistoria del Capo Mannu


L’area del Capo Mannu, in cui si trova il sito di Su Pallosu, riveste un grande interesse archeologico per la presenza di un denso tessuto di insediamenti umani che ha caratterizzato la regione da epoca preistorica fino al Medioevo. Proprio nella cala di Su Pallosu il geografo egiziano Claudio Tolomeo collocava uno scalo marittimo, noto in epoca romana come Korakodes portus - in greco Korakodes limèn, che avrebbe rivestito un ruolo di rilievo nell’economia regionale della zona e che la cui esistenza è testimoniata dalla presenza di
numerosi relitti sottomarini nell’area della cala, quasi tutti databili ad età romana o tardoantica (III a.C. – V d.C). Questo scalo è l’unico in grado di offrire riparo ad un numero rilevante di navigli dal Golfo di Oristano a sud fino a Bosa e alle foci del Temo a nord.

La zona è molto ricca di una risorsa preziosa, il sale, essenziale da un lato per una serie di attività legate alla preparazione e conservazione del cibo, e commerciabile dall’altro. Sappiamo per certo che la sua estrazione dagli stagni retrostanti le dune sabbiose della cala (Sa Salina Manna in particolare) è documentata a partire almeno dal XII sec. d.C., quando il diritto di pesca e raccolta di sale nella regione fu dato da Barisone Giudice di Arborea ai monaci Benedettini. Il Prof. Raimondo Zucca ha a ragione considerato l’ipotesi che il nome antico di Korakodes possa essere riferibile a eventuali produzioni alimentari associate proprio al sale, come quella di particolari salsamenta, chiamate in Egitto korakìdia poiché ottenute dal pesce kòrakos - che potrebbe aver ragionevolmente dato il nome all’area in questione.

Piccole comunità umane occuparono la regione sin da epoca neolitica, più precisamente dal 4000 a.C. circa. Queste comunità si stabilirono sulle poche alture dell’area (Monte Benei, San Lorenzo), di solito situate di fronte ai piccoli stagni, e costruivano le loro tombe familiari scavandole nella roccia (Domus de Janas di Sa Rocca Tunda e Putzu Idu). Le ricerche in corso sembrerebbero indicare che producevano i loro utensili in pietra utilizzando materiali provenienti dalla zona di Porto Alabe (selce), del Montiferru (fonolite) e naturalmente del Monte Arci (ossidiana). Erano quindi comunità inserite in un sistema di scambi locali e regionali, via terra e via mare, di una certa complessità.

La vita di queste comunità rimase pressoché immutata fino al III millennio a.C. (3000-2000 a.C.), quando - archeologicamente - se ne perdono le tracce. Nelle Domus de Janas di Sa Rocca Tunda sono stati rinvenuti dei vasi di carattere funerario riferibili ai secoli immediatamente successivi, ma i luoghi in cui questi defunti effettivamente conducessero la loro vita non ci sono ancora noti.

A partire dal 1600 a.C. comincia il periodo che possiamo definire culturalmente Nuragico. Nuovi modi di vita, nuove idee e concezioni del mondo sono evidenti nel dato archeologico. Nell’area del Capo Mannu vero e proprio non vengono costruiti nuraghi, essi sono edificati leggermente più all’interno alle spalle della spiaggia di Sa Rocca Tunda (Spinarba, Su Conventu, S’Omu) e sullo stagno di Sa ‘e Procus (Abilis). L’unica prova convincente della presenza di un insediamento nell’area è della ceramica proveniente sito di Su Pallosu. Quest’ultimo poi – o parte di esso – sembrerebbe trasformarsi in un’area di deposizione rituale di ceramiche dal 1400 al 1200 a.C., e poi forse connettersi ad un santuario, la cui natura non è al momento meglio precisabile, durante la Prima Età del Ferro (900-750 a.C.). In questa fase storica l’interesse delle comunità nuragiche per le spiagge e la loro frequentazione è testimoniato anche dal ritrovamento di un curioso monumentino ovale con pozzetto sulla spiaggia di Sa Rocca Tunda, scavato nei primi anni ‘80 e pubblicato da Alfonso Stiglitz nel 1984.

Dopo questo periodo, un lungo silenzio cala sulla documentazione archeologica fino alla comparsa delle prime fattorie rurali che occupano l’area nel IV-III sec. a.C., quando ormai ci troviamo di fronte ad una cultura materiale profondamente mutata e in linea con quella della sfera di influenza punica prima e romana poi. 
Le comunità della regione, formate dai discendenti di quegli stessi che vi avevano costruito i nuraghi, usavano a quel punto oggetti nuovi e costruivano edifici in maniera differente dai loro antenati poiché adeguata al nuovo flusso culturale dominante, più o meno allo stesso modo in cui un contadino campidanese oggi va in giro con jeans e maglietta con la scritta I love New York pur non essendo americano, mentre centocinquanta anni fa quello stesso contadino avrebbe usato un costume decisamente più tradizionale.


Su Pallosu: lo scavo e i reperti

Nell’area di Su Pallosu, e precisamente proprio sulla spiaggia davanti alla Colonia Felina, è stato recentemente individuato un sito preistorico, oggetto di due interventi di emergenza effettuati nel novembre 2006 e alla fine dell’ottobre 2007 in seguito alla comparsa in un punto della spiaggia davanti alla Colonia di ceramica di età nuragica.
Su Pallosu, foto dagli scavi del 2012.
 I materiali ceramici provenienti da questi scavi sono stati studiati e pubblicati in vari contributi, e sono attualmente custoditi nel Museo Civico di San Vero Milis in fase di prossima inaugurazione.L'area scavata era di circa 24 mq. Al di sotto del livello di sabbia superficiale erano presenti alcuni livelli contenenti materiali misti di età nuragica e romana molto frammentati; al di sotto di questi era presente il vero e proprio “contenitore” del deposito, uno strato limoso bruno scuro ricco di materiale organico che giace al di sopra di un'argilla grigia quasi pura. L'analisi delle conchiglie rinvenute in questo livello, effettuata dal Dr Alberto Girod del Laboratorio di Malacologia applicata di Milano, ha rivelato la presenza di una maggioranza di specie tipiche di un ambiente retrodunario, il che ci permette di affermare che la distanza dal mare doveva essere nel periodo a cui è databile questo strato (circa 1400-1300 a.C.) ben maggiore di quella odierna.Lo scavo ha restituito una quantità veramente grande di frammenti ceramici: il numero parziale di vasi differenti finora identificati è pari a 338, tutti provenienti da un’area di pochi metri quadrati. Erano presenti molti tipi di recipienti, tutti molto frammentati, ma il tipo più diffuso e meno frammentato di tutti è costituito da piccoli vasetti a colletto con 2-4 anse e con coperchio. Si pensa che i vasi di questo tipo attualmente in esposizione all’Antiquarium Arborense di Oristano provengano da parti del sito scavate illegalmente in passato. Allo studio di questi reperti ceramici si va poi a sommare una quantità di altri frammenti raccolti durante le ricognizioni del Capo Mannu Project attualmente in corso.


La storia del sito di Su Pallosu

Lo studio crono-tipologico dei materiali ceramici attraverso la comparazione delle forme e lo studio tecnologico ci parlano di una frequentazione di lunghissima durata del sito, dalla fase cosiddetta del Bronzo Antico (2200-1800 A.C.) al 750 a.C. circa. Nel corso di questo lunghissimo periodo di tempo la zona fu utilizzata di volta in volta in modi differenti dalle comunità che in essa trascorrevano la loro vita quotidiana.
Prima del 1600 a.C. l’interpretazione dei pochi reperti raccolti è difficile, e potrebbe anche essere riferibile alla presenza di qualche tomba oggi scomparsa. Questo è un periodo in cui le comunità dell’isola sono molto mobili, la ceramica è di norma di fattura molto rozza e affrettata, le tombe sono quasi le uniche prove che possediamo dell’esistenza di queste comunità nella fase così detta di Bonnannaro.

Successivamente, tra il 1600 e 1450 a.C., numerosi frammenti di grosse giare e tegami testimoniano il sorgere nella zona di un insediamento stabile, forse connesso con attività di scambio via mare che si andavano moltiplicando in questo periodo, esattamente come quello di Su Murru Mannu nel sito dove poi sarebbe sorta Tharros sul promontorio di Capo San Marco, una trentina di km più a sud.

Tra il 1450 e il 1200 a.C., il sito o parte di esso sembra acquistare un valore particolare legato a una specifica ritualità di deposizione di recipienti ceramici, in particolare le ollette con i coperchi di cui parlavamo prima. Non è totalmente da escludersi la possibilità che queste piccole olle fossero utilizzate nella produzione di particolari prodotti ottenuti dalla preparazione di certi tipi di pesce e che quindi il deposito fosse legato più ad attività di tipo produttivo anziché cultuale.

Durante i secoli successivi però appare sempre più evidente che il sito si lega ad una qualche forma di ritualità, rappresentata dalla scoperta di un deposito di coppette su alto piede con decorazione geometrica provenienti da un punto “a una cinquantina di metri a NO dell’hotel Su Pallosu” e consegnate all’Antiquarium Arborense nel 1978. Queste coppette sono pressoché uniche nell’isola, e in alcuni casi ricordano le rappresentazioni di nuraghe alquanto comuni in questa fase storica. Esse sono databili, secondo lo studio di Paola Falchi, al periodo compreso tra 850 e 750 a.C.
I gatti della Colonia Felina  di Su Pallosu (tutti schedati, vaccinati e sterilizzati) presenti in loco da circa un secolo, hanno presenziato anche durante gli scavi archeologici.Nella foto a destra il gatto Geppetto in ricognizione tra gli archeologi.

Sfortunatamente, l’assenza di un vero e proprio “contesto” archeologico impedisce di comprendere l’effettiva natura di questo ritrovamento così importante, e ne sminuisce irrimediabilmente il valore archeologico. È chiaro che la località di Su Pallosu ha rivestito un ruolo fondamentale nella storia delle comunità preistoriche di quest’area, che grazie alla sua posizione è stata da sempre crocevia di beni, persone, culture, idee, conoscenze e identità. Per questo motivo è in programma un imminente ripresa degli scavi e valorizzazione del sito nell’ambito di un progetto culturale che riguarda l’intero Comune di San Vero Milis e che comprende la prossima apertura del Museo Civico, nel quale i materiali del sito di Su Pallosu avranno uno spazio molto importante.



Testo dell'Archeologo

Giandaniele Castangia
Documentazione fotografica  
Scavi Archeologici di Su Pallosu, Spiaggia e Colonia felina qui

Si può firmare sino a novembre per Su Pallosu Luogo del Cuore, sia on line al sito del FAI   http://iluoghidelcuore.it/classifica
sia (per chi ha difficoltà o non usa internet, anziani ecc) nei centri di raccolta firme:
ad Oristano, in via Bellini 11, Il Museo dello Scarabeo Sacro presso la libreia EPDO;
a Su Pallosu, in via Ziu Triagus 12, al Centro Visite Guidate Gratuite Colonia Felina.
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sabato 14 giugno 2014

Quarta edizione per la rassegna estiva dedicata a gatti e cultura
AL VIA A SU PALLOSU "L'ESTATE FELINA"
in programma anche conferenze su storia e archelogia

Ha preso il via con la presentazione del romanzo di Roberto Brughittala quarta edizione dell' Estate Felina di Su Pallosu.Nella foto lo scrittore Roberto Brughitta, l'interprete Sara Giglio e in basso a destra il gatto Lello di Su Pallosu.
E' partita oggi la quarta edizione l'Estate Felina 2014, organizzata dall'Associazione Culturale Amici di Su Pallosu, gestore della Colonia Felina omonima dove 51 gatti (schedati, vaccinati e sterilizzati) scendono in spiaggia.
Un programma culturale ricco come sempre di iniziative culturali interamente dedicato ai gatti, gattari e non solo.
Anche quest'anno alcuni appuntamenti saranno dedicati alla storia della Sardegna e dell'area di Su Pallosu. Si comincia con il Raduno Nazionale degli Amici dei Gatti di Su Pallosu in programma per il 13/14/15.Per il secondo anno consecutivo si daranno appuntamento i gattari iscritti al gruppo facebook Amici dei Gatti di Su Pallosu che vanta oltre 11 mila aderenti. L'incontro è giunto alla secondo edizione, l'anno scorso coincideva con la festa nazionale del gatto, il 14 febbraio.
Diversi gli appuntamenti culturali in programma per l'Estate Felina 2014.
Lello della Colonia Felina di Su Pallosu con il libro di Roberto Brughitta, "Baci di Laguna".

Oggi, sabato 14 giugno siamo partiti alle ore 17 con un appuntamento letterario, la presentazione del libro di Roberto Brughitta “Baci di Laguna”, romanzo storico che vede tra i suoi protagonisti ovviamente un gatto. A interpretare alcuni brani del romanzo di Brughitta la lettrice oristanese Sara Giglio.

 -Sabato 12 luglio ore 18  presentazione del libro Lo Scaraboide di Monte Prama, con l'archeologa Cinzia Olianas.

Domenica 27 luglio ore 18 incontro sul tema “Colonie Feline, Diritti Animali e Antispecismo “ con Andrea Atzori, Giuseppe Atzori.
Visuale dalla Torre Costiera spagnola di Sa Mora, Mandriola

Domenica 3 Agosto ore 17.30 incontro sul tema “ Torri Costiere: restauro e valorizzazione con la partecipazione del Direttore della Conservatoria delle Coste della Regione Sardegna Ing. Alessio Satta e dell' Arch.Elena Cannas. Direttori lavori restauro Torri.
Ore 19.30: visita guida alla Torre restaurata di Sa Mora, Mandriola.

Durante l'estate felina si svolgerà anche il Concorso Fotografico sul tema il “ Il gatto ” e saranno i visitatori della Colonia Felina a votare le foto e a stilare la classifica finale.

Tutti gli appuntamenti si svolgeranno presso la sede dell'Associazione, la casa Museo Gianni Atzori di Su Pallosu in via Ziu Triagus 12, nella marina di San Vero Milis.

Per tutta l'Estate presso la colonia felina sarà possibile firmare per Su Pallosu “Luogo del Cuore”, iniziativa nazionale del Fondo Ambiente Italiano per la tutela e valorizzazione dei siti più amati dagli italiani. Al momento la Spiaggia e la colonia felina di Su Pallosu sono in testa alla classifica nazionale dei voti on line.
Gli eventi sono ancora in fase di organizzazione, potrebbero eventualmente subire delle modifiche che saranno qui tempestivamente comunicate.
Per tutte l'estate si svolgeranno le visite guidate gratuite su prenotazione alla Colonia Felina. Sono graditi croccantini, trasportini per i 51 gatti di Su Pallosu.

Su Pallosu 12 giugno 2014
Associazione Culturale Amici di Su Pallosu